Gli ETF obbligazionari paesi emergenti sono degli strumenti finanziari che replicano un indice composto da obbligazioni emesse da società e governi di paesi in via di sviluppo come la Cina, l’India, il Brasile, il Messico, la Polonia, la Thailandia o la Russia.
Si tratta sicuramente di ETF più volatili e rischiosi rispetto ai loro cugini che investono soltanto in titoli di Stato dei paesi sviluppati, ma come vantaggio offrono dei rendimenti potenziali e delle cedole periodiche davvero interessanti, anche superiori al 5% annuo.
In questo articolo ti spiegherò tutto ciò che c’è da sapere sugli ETF obbligazionari paesi emergenti, analizzando i vantaggi e gli svantaggi di questi strumenti finanziari. Successivamente, ti mostrerò quali sono a mio avviso i 3 migliori ETF obbligazionari emergenti, come cercarne altri e in che modo investire in essi tramite il broker online Degiro.
Cominciamo!
ETF obbligazionari paesi emergenti e tassi di interesse
Nel momento in cui scrivo, ovvero nel marzo del 2020, i tassi di interesse offerti sulle obbligazioni dei paesi sviluppati sono a livelli molto bassi (in alcuni casi i tassi sono addirittura negativi).
I governi di paesi come Stati Uniti, Germania, Svizzera o Giappone si finanziano emettendo obbligazioni a breve o lunga scadenza, e promettendo in cambio all’investitore una cedola periodica oltre ovviamente alla restituzione finale di tutto il capitale prestato. Dato che l’affidabilità dei governi di tali paesi è davvero molto elevata, gli investitori fanno letteralmente a gara per riuscire ad acquistare le loro obbligazioni, e per questo i rendimenti possono essere mantenuti bassi.
Diverso è il caso delle obbligazioni emesse da governi o addirittura da società dei paesi in via di sviluppo. In questo caso gli investitori si fidano di meno a prestare soldi e spesso l’inflazione nazionale è più elevata, quindi i tassi di interesse corrisposti agli investitori devono necessariamente essere più alti.
Il rischio che il governo di un paese emergente vada in default e non restituisca i soldi agli investitori è remoto, ma non da escludere. Basta solo pensare al caso dell’Argentina, che nel 2001 ha subito questa sorte e attualmente corre il rischio di subirla una seconda volta.
Qui di seguito vediamo i livelli dei tassi di interesse offerti dai governi di alcuni paesi del mondo, per le obbligazioni con scadenza a 10 anni (dati aggiornati al 18 Marzo 2020, presi dal sito Investing.com):
PAESE EMITTENTE | RENDIMENTO OBBLIGAZIONI 10 ANNI |
SVIZZERA | -0,5% |
GERMANIA | -0,2% |
FRANCIA | 0,1% |
STATI UNITI | 1,1% |
ITALIA | 1,5% |
CINA | 2,7% |
INDIA | 6,2% |
BRASILE | 7,5% |
INDONESIA | 7,6% |
MESSICO | 8% |
RUSSIA | 8,1% |
Come risulta facile capire già ad una prima occhiata, il rendimento obbligazionario dei governi della zona euro e degli Stati Uniti è estremamente più basso rispetto a quello dei paesi in via di sviluppo. Investire direttamente nei titoli di Stato di uno di questi paesi sarebbe però estremamente rischioso per i seguenti motivi:
- Il paese potrebbe andare in default e comportare una perdita totale dell’investimento.
- Le variazioni del tasso di cambio tra euro e la valuta locale di quel paese potrebbe comportare perdite superiori ai rendimenti obbligazionari, e questo è un rischio davvero reale dato che le valute dei paesi in via di sviluppo sono spesso deboli, poco stabili e molto volatili.
Gli ETF obbligazionari paesi emergenti sono di gran lunga l’opzione migliore per beneficiare di rendimenti obbligazionari elevati, allo stesso tempo limitando i rischi sopra menzionati grazie alla diversificazione e all’eventuale copertura valutaria in euro o in dollaro.
Vediamo allora le possibilità a disposizione dell’investitore in tal senso…
I Migliori 3 ETF obbligazionari paesi emergenti
Gli ETF obbligazionari paesi emergenti si differenziano tra di loro in base ai paesi emittenti, alla tipologia di emittente (società o governo) e in base alla valuta di emissione.
Qui di seguito voglio presentarti 3 ETF molto interessanti in quanto a diversificazione interna e rendimento atteso, ognuno dei quali presenta però una strategia valutaria differente.
1) iShares J.P. Morgan USD Emerging Markets Bond UCITS ETF (Dist) – ISIN IE00B2NPKV68
Tale ETF mira a replicare l’indice JP Morgan EMBI Global Core, ed include al suo interno 486 obbligazioni statali o quasi-statali emesse da paesi in via di sviluppo in dollari statunitensi.
L’ETF è a distribuzione, e le cedole vengono distribuite a cadenza mensile all’investitore. Il fondo è molto grande ed il costo di gestione annuale che deve sostenere l’investitore (TER) è pari allo 0,45% del capitale investito. La duration effettiva dei titoli è pari a 8,26 anni, e lo yeld to maturity (rendimento a scadenza medio ponderato) a febbraio del 2020 era del 4,70%.
Il fondo è caratterizzato da un’ottima diversificazione interna, dato che il peso di ogni paese non supera solitamente il 5% del totale. I paesi emittenti che hanno un peso maggiore nell’ETF sono i seguenti: Messico (5,64%), Indonesia (4,65%), Arabia Saudita (4,38%), Russia (3,94%), Turchia (3,86%), Qatar (3,83%), Filippine (3,62%), Cina (3,54%), Brasile (3,47%) e Colombia (3,39%). Gli altri paesi pesano per il rimanente 59,49% dell’ETF.
Tutte le obbligazioni contenute nell’ETF sono emesse in dollaro statunitense, dunque un investitore europeo subirà le variazioni del cambio euro / dollaro, ma non quelle tra l’euro e le valute dei paesi emittenti. Questa è una grande garanzia, dato che il dollaro è una valuta molto più forte e stabile, e garantisce delle fluttuazioni dell’ETF molto più ridotte.
Si tratta a mio avviso di uno dei migliori ETF obbligazionari paesi emergenti, con un rendimento elevato, un’ottima diversificazione interna e la distribuzione molto frequente delle cedole (ogni mese). E’ possibile acquistarlo tramite il broker online Degiro presso la borsa di Milano.
2) UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays USD Emerging Markets Sovereign UCITS ETF (hedged to EUR) A-acc – ISIN LU1324516308
Tale ETF mira a replicare l’indice Bloomberg Barclays Emerging Markets USD Sovereign & Agency 3% Country Capped (EUR Hedged), ed include al suo interno 1010 obbligazioni statali o quasi-statali emesse da paesi in via di sviluppo in dollari statunitensi.
L’ETF è ad accumulo, quindi le cedole vengono reinvestite nel fondo stesso in modo da aumentare con il tempo l’effetto dell’interesse composto per l’investitore. Il fondo è abbastanza grande ed il costo di gestione annuale è pari allo 0,47% annuo. La duration effettiva è di 7,06 anni ed il rendimento a scadenza medio ponderato è addirittura del 5,91%.
Anche questo fondo è ben diversificato, ancor prima del precedente, ed offre un rendimento cedolare davvero eccezionale. La caratteristica principale di questo ETF tuttavia è la copertura valutaria in euro: per il modo in cui esso è strutturato, l’effetto delle oscillazioni tra la valuta in cui sono state emesse le obbligazioni (dollaro) e l’euro è neutralizzato. Tutto ciò garantisce una minore volatilità per il proprio investimento, ma comporta un costo maggiore per il meccanismo di hedging.
3) iShares J.P. Morgan EM Local Government Bond UCITS ETF – ISIN IE00B5M4WH52
Tale ETF mira a replicare l’indice JP Morgan EMBI Global Diversified 10% Cap 1% Floor, ed include al suo interno 213 obbligazioni statali emesse da paesi in via di sviluppo in valuta locale.
L’ETF è a distribuzione, e le cedole vengono distribuite a cadenza semestrale all’investitore. Il fondo è molto grande ed il costo di gestione annuale che deve sostenere l’investitore (TER) è pari allo 0,50% del capitale investito. La duration effettiva dei titoli è pari a 5,44 anni, e lo yeld to maturity è del 4,90%.
Il fondo è meno diversificato rispetto ai precedenti due, dato che il peso di molti paesi arriva anche ad un 10%. I paesi emittenti che hanno un peso maggiore nell’ETF sono i seguenti: Brasile (10,15%), Tailandia (9,93%), Indonesia (9,77%), Messico (9,58%), Polonia (9,23%), Sud Africa (9,02%), Russia (8,87%), Malesia (6,11%), Colombia (5,69%) e Repubblica Ceca (4,20%). Gli altri paesi pesano per il rimanente 17,45% dell’ETF.
Tutte le obbligazioni contenute nell’ETF sono emesse in valuta locale, dunque un investitore europeo subirà le variazioni (sia in positivo sia in negativo) del cambio euro / real brasiliano, euro / baht tailandese, euro /zloty polacco e così via.
Si tratta a mio avviso di un ottimo ETF per chi vuole ottenere delle interessanti cedole semestrali e al tempo stesso scommettere sul rafforzamento delle valute dei paesi emergenti rispetto all’euro. Pecca un po’ a livello di diversificazione, ma la verità è che non esistono migliori ETF obbligazionari paesi emergenti espressi in valuta locale. Inoltre la durata relativamente breve delle obbligazioni di questo ETF permettono di limitare il rischio di tasso.
E’ possibile acquistarlo tramite il broker online Degiro presso la borsa di Milano.
Se vuoi trovare da solo altri ETF obbligazionari paesi emergenti, puoi farlo sul sito JustETF. Seleziona sul menu la voce “ricerca ETF” e poi imposta sul lato sinistro dello schermo le opzioni “obbligazioni” e “mercati emergenti”.

Scelte di portafoglio
Abbiamo visto insieme 3 ETF obbligazionari paesi emergenti davvero interessanti, tuttavia è bene che tu abbia chiari i rischi a cui vai incontro prima ancora di investire in uno di essi.
Tali ETF sono estremamente volatili, e non sono assolutamente adatti ad investitori con una scarsa propensione a rischio, o con un orizzonte temporale limitato. Possiamo paragonarli agli ETF obbligazionari high yield e quindi il mio consiglio è quello di non dedicare ad essi una fetta troppo ampia del proprio portafoglio. Per avere una visione più completa sull’investimento in ETF obbligazionari ti invito a leggere questo mio articolo.