Gli ETF (exchange-traded fund) sono degli strumenti finanziari sempre più popolari tra gli investitori e risultano perfetti per effettuare investimenti nel lungo periodo (ma anche trading di breve termine) nel mercato azionario, obbligazionario, immobiliare e delle materie prime.
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In questa guida vedremo cosa sono gli ETF, quali sono le loro principali caratteristiche, i loro vantaggi, come funzionano nella pratica, quante tipologie di ETF esistono, e quali sono le migliori piattaforme per investire e fare trading su questi strumenti finanziari.
Cosa sono gli ETF
Gli ETF (exchange-traded fund) sono dei fondi di investimento a gestione passiva, che hanno la finalità di replicare un indice di riferimento e che sono quotati in borsa con le stesse modalità di azioni ed obbligazioni.
Spesso oggi con la parola ETF si comprendono, per semplicità, anche gli ETC (exchange traded commodities), strumenti finanziari ibridi emessi a fronte dell’investimento diretto in materie prime (come oro, petrolio, argento, etc.) o in contratti derivati sulle materie prime. Il prezzo degli ETC è pertanto legato, direttamente o indirettamente, all’andamento del sottostante, proprio come il prezzo degli ETF è legato al valore dell’indice azionario o obbligazionario a cui fanno riferimento.
Le ragioni del successo degli ETF, che fanno sì che tali strumenti siano ottimi sia per effettuare investimenti di lungo periodo, sia per operazioni di trading di medio o breve termine, sono varie.
Innanzitutto si tratta di fondi che, a differenza dei “fondi comuni di investimento”, prevedono delle commissioni bassissime, perché la loro gestione è totalmente passiva. Inoltre, la loro diversificazione grande o enorme, li rende competitivi nei confronti dell’investimento in singole azioni e molto meno rischiosi. Gli ETF sono in effetti in grado di rappresentare l’intero mercato azionario, che nel lungo periodo garantisce delle performance difficilmente battibili dai fondi di investimento attivi, e da chi investe in azioni singole.
In ogni caso anche il prezzo degli ETF, proprio come avviene per le azioni, oscilla in tempo reale in ogni momento, durante gli orari di apertura della borsa in cui sono quotati. Questo significa che è possibile negoziarli di continuo, rendendone possibile l’utilizzo anche a chi vuole effettuare speculazioni di breve periodo (cosa invece impossibile con i fondi comuni di investimento, il cui prezzo di solito si aggiorna soltanto una volta al giorno).
Gli ETF sono anche in grado di rappresentare in modo fantastico tutti i singoli settori dell’economia, e tutte le varie asset class. Questo fa sì che possono comodamente essere utilizzati dagli investitori che vogliono effettuare un piano di accumulo del capitale diversificato e di lungo periodo, ma anche dai trader interessati ai vari trend del momento più che alle singole azioni.
ETF come funzionano
Gli ETF tendono sempre a replicare l’andamento di mercato di un sottostante (che può essere ad esempio una materia prima, un indice azionario o un indice obbligazionario). Questa replica può essere di due tipi: fisica o sintetica:
- ETF a replica fisica: questi ETF acquistano tutti i titoli compresi nell’indice assunto come benchmark, secondo pesi proporzionali a quelli dell’indice, in modo che la performance dell’ETF sia in linea con quella del benchmark. Nel caso di ETC a replica fisica, questi investono direttamente nella materia prima di cui si vuole replicare il prezzo (questo può avvenire ad esempio per ETC sull’oro, ma non per ETC sul petrolio, perché in quest’ultimo caso sarebbe impossibile per i gestori dell’ETC acquistare e immagazzinare così tanti barili di petrolio).
- ETF a replica sintetica: gli ETF sintetici, anche detti ETF su swap, replicano l’indice o la materia prima di riferimento artificialmente, tramite un’operazione in swap (swap a rendimento totale). L’ETF stipula un contratto con un intermediario finanziario, che si impegna a consegnare il rendimento dell’indice in cambio del pagamento di una commissione. I fondi dell’ETF sintetico vengono investiti in un paniere di strumenti finanziari che serve come collaterale per la controparte dello swap, ma che non corrispondono necessariamente ai titoli dell’indice replicato.
Gli ETF a replica fisica sono di solito preferibili rispetto agli ETF a replica sintetica, dato che questi ultimi presentano il rischio di controparte, ovvero la possibile insolvenza della banca che firma con l’ETF il contratto di swap. Tuttavia si tratta di un rischio molto ridotto.
D’altra parte, i vantaggi degli ETF a replica sintetica sono che questi riescono in alcuni casi a replicare l’indice in modo più efficiente ed accurato, soprattutto per quanto riguarda gli indici su mercati illiquidi o molto ampi. Inoltre, a volte gli ETF sintetici offrono vantaggi di tipo fiscale ai gestori del fondo (e di conseguenza agli investitori).
A parte la tipologia di replica, c’è un’altra importante distinzione da fare tra gli ETF ad accumulazione e gli ETF a distribuzione, che differiscono tra di loro in base alle rispettive politiche sui dividendi:
- ETF a distribuzione: i gestori di un ETF che investe in alcune società e riceve dei dividendi dalle stesse, possono decidere di distribuire tali dividendi agli investitori finali, oppure trattenerli e reinvestirli nel fondo. Nel caso di ETF obbligazionari il discorso è lo stesso: i gestori del fondo possono decidere se distribuire o reinvestire le cedole periodiche provenienti dalle obbligazioni possedute. Se i dividendi o le cedole vengono distribuiti periodicamente all’investitore finale, abbiamo a che fare con un ETF a distribuzione.
- ETF ad accumulazione: gli ETF ad accumulazione (o ad accumulo) si comportano invece in modo opposto: ogni volta che arriva un dividendo o una cedola, i gestori del fondo reinvestono quei soldi in automatico nello stesso sottostante (e nelle stesse proporzioni) aumentando quindi anche il valore delle quote possedute dagli investitori dell’ETF. Il tuo guadagno, in questo caso, è rappresentato dall’aumento del valore totale dell’ETF su cui stai investendo, senza però che tu riceva periodicamente nulla sul tuo conto.
Il vantaggio di un ETF a distribuzione è che ti garantisce una rendita costante da dividendi (o da cedole obbligazionarie). Lo svantaggio è che non è efficiente da un punto di vista fiscale, dato che ogni volta che ricevi i dividendi devi pagarci le tasse. Inoltre, utilizzare quei soldi invece che reinvestirli, fa sì che il tuo capitale cresca nel tempo più lentamente.
Nel caso di un ETF ad accumulazione, andrai invece a pagare le tasse solo in un futuro lontano, quando deciderai di vendere le tue quote. Questa soluzione risulta chiaramente più vantaggiosa per chi ha una logica di lungo periodo, e per chi vuole sfruttare il cosiddetto interesse composto per far aumentare il proprio capitale esponenzialmente nel corso degli anni e dei decenni.
Emittenti di ETF
Il mercato europeo degli Exchange Traded Fund è concentrato nelle mani di tre grandi emittenti (iShares, Xtrackers e Lyxor), che gestiscono circa i due terzi delle masse. iShares ha una quota del 44,8%, Xtrackers dell’11,1% e Lyxor del 7,9% (dati Morningstar al 30 giugno 2019). Amundi e UBS seguono con rispettivamente il 6,2 e il 6,1%.
Di seguito la lista completa degli emittenti di ETF in Europa:
- Amundi ETF
- db x-trackers
- EasyETF
- ETF Securities Ltd.
- HSBC Exchange Traded Funds
- Invesco PowerShares
- iShares
- JPMorgan ETF
- Lyxor Asset Management
- Market Access
- streetTRACKS
- ThinkCapital
- UBS Exchange Traded Funds
- Xmtch
- VanEck
Tipologie di ETF
Sul mercato esistono tantissimi ETF, suddivisibili in base a varie possibili classificazioni. Una prima e più generale distinzione può essere fatta tra:
- ETF standard che investono su determinate classi di attività, zone geografiche o settori industriali. Sono gli ETF più conosciuti, diffusi e utilizzati.
- ETF strutturati che non si limitano a replicare un indice, ma grazie a determinate tecniche possono anche partecipare in maniera più che proporzionale all’andamento dell’indice (ETF a leva) o a partecipare inversamente ai movimenti dei mercati di riferimento (ETF short).
- ETF attivi che mirano ad ottenere un rendimento più alto rispetto all’indice di riferimento e per farlo mettono in atto una serie di strategie che cambiano dinamicamente la composizione del portafoglio sottostante.
Gli ETF standard, che come abbiamo detto sono i più diffusi e conosciuti, possono a loro volta essere suddivisi in base alla classe di attività che tendono a replicare. Ovvero, possiamo trovare:
Tra gli ETF azionari troviamo quelli che investono nelle aziende di un determinato Paese (come USA o Giappone), quelli che investono in zone geografiche più ampie (come ad esempio l’Europa, o tutti i Paesi sviluppati del mondo) e anche quelli settoriali, che si basano soltanto sulle aziende appartenenti ad un certo settore industriale (bancario, farmaceutico, informatico…).
Tra gli ETF obbligazionari vi sono ETF che investono in governativi, in corporate, in titoli indicizzati all’inflazione o high yield (ad alto rendimento). Inoltre, gli ETF obbligazionari possono essere classificati anche per zona geografica di emissione (obbligazioni USA, obbligazioni UE) e per scadenza (short term, long term).
Un’ultima importante classificazione degli ETF europei è quella relativa alla presenza o meno di una copertura valutaria in euro. Infatti, dato che tantissimi ETF sono basati su un indice espresso in dollari statunitensi, al rendimento dell’indice vanno aggiunte per l’investitore europeo anche le fluttuazioni del cambio Eur/Usd, che nel breve periodo possono essere anche piuttosto significative. Gli ETF Eur Hedged risolvono questo problema, dato che eliminano gli effetti delle fluttuazioni del tasso di cambio, in modo da restituire una performance dell’ETF che dovrebbe essere più in linea con quella dell’indice originario.
Dove comprare gli ETF
Come già accennato, gli ETF sono strumenti finanziari regolamentati e quotati sulle principali borse europee e mondiali (tra cui Borsa Italiana). Si possono comprare e vendere come le azioni, e il loro prezzo oscilla in tempo reale in ogni momento, durante gli orari di apertura della borsa prescelta.
Per poter acquistare ETF in autonomia e comodità dal proprio computer (o dal proprio smartphone) è necessario passare per il tramite di un broker autorizzato, che offra l’accesso alle varie borse e presenti come strumenti disponibili anche gli ETF.
Le banche tradizionali (e quelle online) spesso offrono la possibilità di aprire il cosiddetto “deposito titoli” e investire in strumenti finanziari come gli ETF, tuttavia nella maggior parte dei casi applicano dei costi fissi di gestione del conto di trading, commissioni elevate per le transazioni, o un numero insufficiente di ETF disponibili.
I broker online specializzati in ETF risultano di regola più adatti e convenienti per un investitore privato, ma questo va comunque valutato caso per caso. In base alla nostra analisi, i migliori broker per investire in ETF sono Degiro ed eToro. Per comprendere i loro vantaggi ed il loro funzionamento, ti invito a leggere questa guida su dove e come comprare ETF.