ETF inflazione: cosa sono, come funzionano e quali scegliere

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etf inflazione

Cerchi informazioni sugli ETF indicizzati all’inflazione? Sei nel posto giusto!

Nel 2023 l’inflazione è tornata a galoppare, spaventando risparmiatori ed investitori di tutto il mondo. Per questo, non stupisce il crescente interesse nei confronti di strumenti finanziari che possano proteggere il capitale dalla perdita di potere d’acquisto.

Tra i migliori troviamo sicuramente gli ETF inflazione, anche conosciuti come ETF inflation linked. In questo articolo scopriremo cosa sono e come funzionano, se convengono, e quali sono i migliori da acquistare per difendersi dall’inflazione europea o americana.

Inoltre, ti spiegherò come puoi fare nella pratica per acquistare uno o più ETF obbligazionari legati all’inflazione comodamente da casa tua e senza pagare commissioni, grazie ai broker online Degiro e eToro.

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Migliori ETF obbligazionari inflazione

Gli ETF indicizzati all’inflazione contengono al loro interno un elevato numero di obbligazioni, che possono essere relative ad uno o più Paesi, ad un continente come l’Europa, oppure anche di tipo globale.

Vediamo qui di seguito quali sono i migliori fondi di questo tipo, disponibili su Borsa Italiana, sulle altre borse europee, oppure anche sulla borsa americana.

1. iShares Euro Inflation Linked Government Bond

iShares Euro Inflation Linked Government Bond UCITS ETF, con codice ISIN IE00B0M62X26 e Ticker IBCI, è un ETF che replica l’indice Bloomberg Barclays Euro Government Inflation Linked Bond, ed investe in modo diretto in obbligazioni governative legate all’inflazione della zona Euro.

Il fondo è molto ampio e liquido, con una capitalizzazione di oltre 1,6 miliardi di euro, è attivo dal 2005 ed ha dei costi di gestione annua pari allo 0,09%. La politica del fondo è di accumulazione, ovvero le cedole non vengono distribuite periodicamente agli investitori, ma reinvestite nell’ETF stesso.

Le obbligazioni incluse nell’ETF hanno una scadenza media di circa 9 anni, e la ripartizione geografica delle stesse è la seguente:

  • Francia: 41,2%
  • Italia: 27,1%
  • Germania: 13,4%
  • Spagna: 13,3%

Trattandosi di un ETF indicizzato all’inflazione europea, risulta ottimo per proteggere l’investitore dall’inflazione della zona euro, e non presenta alcun rischio di cambio, dato che tutte le obbligazioni possedute dal fondo sono espresse in Euro.

L’iShares Euro Inflation Linked Government Bond è uno dei 200 ETF Core Selection sul broker Degiro. Questo significa che acquistando tale ETF tramite Degiro pagherai solo un costo di gestione di 1 €, indipendentemente dalla quantità di denaro che vorrai investire.

2. Amundi ETF Euro Inflation UCITS ETF EUR

Amundi ETF Euro Inflation UCITS ETF EUR (C), con codice ISIN FR0010754127 e Ticker CI3, è un altro ottimo ETF obbligazionario indicizzato all’inflazione europea, quotato anche su Borsa Italiana.

L’indice sottostante è l’iBoxx® EUR Inflation-Linked, che replica i principali mercati dei titoli di stato e quasi statali indicizzati all’inflazione denominati nella valuta dell’eurozona. Il rating di tutte le obbligazioni è Investment Grade, quindi restano esclusi i bond high yield.

Il fondo è stato lanciato nel 2009 ed è mediamente liquido, con una capitalizzazione pari a 167 milioni di euro, ma presenta dei costi di gestione annua pari ad appena lo 0,16%. La politica del fondo, anche in questo caso, è di accumulazione, e la replica delle obbligazioni è fisica.

Anche la ripartizione geografica e la duration delle obbligazioni sono del tutto similari a quelle del precedente ETF che abbiamo analizzato, con la differenza che in quest’ultimo, circa un 1% delle obbligazioni sono emesse da enti sovra-nazionali o da agenzie.

L’Amundi ETF Euro Inflation non rientra tra gli ETF Core Selection di Degiro, ma il broker olandese risulta comunque la migliore piattaforma tramite cui acquistarlo. Per fare un esempio, acquistando 1000 euro di questo ETF tramite Degiro, pagheresti solo una commissione fissa pari a 1 euro, che è davvero poco.

3. iShares USD TIPS UCITS ETF USD (Acc)

L’iShares USD TIPS UCITS ETF USD (Acc), con codice ISIN IE00B1FZSC47 e Ticker ITPS, è senz’altro il migliore ETF indicizzato all’inflazione americana tra quelli disponibili su Borsa Italiana.

Si basa sull’indice Bloomberg Barclays US Government Inflation-Linked Bond, che replica i titoli di stato statunitensi protetti dall’inflazione (TIPS).

Il fondo esiste dal 2006 ed ha una capitalizzazione di oltre 2,6 miliardi di euro, costi annui di gestione dello 0,1%, replica fisica e politica di accumulazione dei dividendi.

La duration media dei titoli è di circa 7 anni, ed i rendimenti sono decisamente più elevati rispetto a quelli delle obbligazioni indicizzate all’inflazione europea, tuttavia in questo caso c’è da tenere in considerazione il rischio di cambio.

Il sottostante di questo ETF è infatti interamente espresso in dollari statunitensi, perciò le oscillazioni tra il tasso di cambio USD/EUR si rifletteranno sulle performance dell’investimento, rendendolo se non altro molto più volatile.

L’iShares USD TIPS UCITS ETF rientra tra gli ETF Core Selection di Degiro, quindi può essere acquistato e rivenduto solo con un costo di gestione.

4. Xtrackers Global Inflation-Linked Bond

L’Xtrackers Global Inflation-Linked Bond UCITS ETF 5C, con codice ISIN LU0908508814 e Ticker XGIU, è un ETF globale indicizzato all’inflazione. In particolare investe in obbligazioni inflation linked emesse dai paesi sviluppati di tutto il mondo, ed espresse in valuta domestica.

Il fondo è nato nel 2013, ha una capitalizzazione di 142 milioni di euro, costi di gestione annua pari allo 0,20%, metodo di replica fisica (a campionamento) e politica di accumulazione dei dividendi.

La duration media delle obbligazioni incluse nell’ETF è di 9 anni, ed il numero di obbligazioni su cui investe è pari a 164, suddivise geograficamente nel seguente modo:

  • Stati Uniti: 43%
  • Gran Bretagna: 23,3%
  • Francia: 7,5%
  • Italia: 4,9%
  • Giappone: 2,5%
  • Germania: 2,4%
  • Spagna: 2,4%
  • Canada: 1,7%

L’Xtrackers Global Inflation-Linked Bond è sicuramente l’ETF più diversificato tra quelli che abbiamo analizzato, dato che include al suo interno sia obbligazioni statunitensi, sia europee, sia anche emesse da altri paesi sviluppati.

Questo è da un lato un vantaggio, ma dall’altro anche un rischio: si è infatti esposti al rischio di cambio su più valute, e inoltre si è protetti dall’inflazione di diversi Paesi che potrebbero non interessare ad un investitore che guadagna in euro, spende euro ed investe in euro.

In ogni caso l’ETF è acquistabile tramite il broker online Degiro, che ancora una volta è l’opzione più conveniente per inserire in portafoglio tale strumento finanziario.

5. Xtrackers Global Inflation-Linked Bond (EUR hedged)

L’Xtrackers Global Inflation-Linked Bond UCITS ETF 1C EUR hedged (ISIN LU0290357929, Ticker XGIN) è la versione EUR hedged (con copertura valutaria) del precedente ETF che abbiamo visto.

In particolare l’indice Bloomberg Barclays World Government Inflation-Linked Bond (EUR Hedged) replica le obbligazioni governative legate all’inflazione dei paesi sviluppati emessi in valuta domestica, ma con copertura valutaria in euro, in modo da eliminare il rischio di cambio tra l’euro e le altre valute.

Il fondo è nato nel 2007 ed è molto liquido, con una capitalizzazione di 690 milioni di euro. La replica è fisica (a campionamento), i costi annui di gestione pari allo 0,25% e la politica sui dividendi è di accumulazione.

La duration e la diversificazione dell’ETF è del tutto analoga a quella del suo “fratello” senza copertura valutaria, e le performance attese sono leggermente inferiori (a causa dei costi legati al meccanismo di hedging), ma con una volatilità decisamente più bassa per un investitore europeo.

Puoi acquistare l’ETF anche su Borsa Italiana, tramite il broker online Degiro.

6. iShares TIPS Bond ETF

Per concludere vediamo un ETF quotato sulla borsa americana. Si tratta dell’iShares TIPS Bond ETF, con Ticker TIP, che rappresenta l’ETF più famoso, ampio e liquido al mondo tra quelli indicizzati all’inflazione.

Fondato nel lontano 2003 possiede una capitalizzazione di oltre 22 miliardi di dollari, ha dei costi di gestione annua pari allo 0,19% ed investe in obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse dal governo degli Stati Uniti (TIPS).

l’iShares TIPS Bond ETF non è disponibile sulle borse europee e quindi non è acquistabile tramite i normali broker europei come Degiro. Per acquistarlo, puoi utilizzare il broker eToro, che offre la possibilità di negoziare diversi ETF internazionali (molti dei quali quotati negli USA) senza commissioni di compravendita.

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ETF inflazione: cosa sono e come funzionano

Gli ETF inflation linked non sono altro che dei fondi che investono in obbligazioni indicizzate all’inflazione di un determinato Paese.

Oltre alle obbligazioni classiche, per cui viene riconosciuto all’investitore un interesse fisso, esistono infatti delle obbligazioni che offrono un rendimento più basso, con la promessa però di proteggere il capitale dalla perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione.

Il ragionamento è semplice: più sale l’inflazione, più elevato sarà il rendimento riconosciuto dalle obbligazioni inflation linked. Ci troviamo quindi di fronte a titoli a tasso variabile, dove la variabile è appunto legata al tasso di inflazione di un determinato Paese.

I governi di molti Paesi emettono ormai anche titoli di stato indicizzati all’inflazione: troviamo tra essi gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, l’Italia, il Giappone, la Germania, la Spagna, il Canada, l’Australia, la Svezia e molti altri ancora.

Ad esempio, le obbligazioni inflation linked emesse dallo stato italiano si chiamano BTPi (si tratta di una variante dei BTP, indicizzata però all’inflazione), mentre quelle statunitensi si chiamano TIPS (Treasury Inflation-Protected Security).

Chiaramente i BTPi italiani sono emessi in euro, e sono indicizzati all’inflazione europea, mentre i TIPS sono emessi in dollari ed indicizzati all’inflazione americana.

ETF indicizzati all’inflazione: convengono?

Ciò che un risparmiatore cerca quando investe in obbligazioni è principalmente la protezione e crescita sicura nel tempo del proprio capitale, senza correre rischi superflui e senza aspettarsi rendimenti particolarmente elevati.

Una delle variabili più difficili da controllare per l’investitore obbligazionario è proprio quella dell’inflazione. Nelle obbligazioni tradizionali (a tasso fisso) si percepisce infatti una cedola il cui tasso resta constante. In caso di aumento dell’inflazione il rendimento reale scende, e in alcuni casi può diventare addirittura negativo!

Immagina ad esempio che un risparmiatore acquisti un’obbligazione che garantisce una cedola del 2% annuo, ma l’inflazione quell’anno raggiunga inaspettatamente il 3%. L’investitore finirebbe per registrare una perdita reale dell’1% sul suo investimento.

inflazione e perdita potere acquisto

Il problema può essere risolto proprio grazie alle obbligazioni indicizzate all’inflazione, che proteggono l’intero capitale investito dall’erosione dell’inflazione, mantenendo costante il rendimento reale dell’obbligazione.

Prima che tu giunga alla conclusione che investire in ETF indicizzati all’inflazione convenga sempre, devi però tenere presente un altro importantissimo fattore, che potrebbe farti cambiare idea.

Le obbligazioni legate all’inflazione hanno un limite, ovvero forniscono una cedola di base più contenuta rispetto a quella di una normale obbligazione a tasso fisso.

Questo significa che se l’inflazione si mantiene bassa, o addirittura si va incontro a periodi di deflazione (fasi in cui il potere di acquisto aumenta), le obbligazioni a tasso fisso risultano decisamente più vantaggiose rispetto a quelle indicizzate all’inflazione!

Inoltre, tendenzialmente, sia le obbligazioni a tasso fisso che quelle indicizzate all’inflazione tengono in considerazione l’attuale livello di inflazione e quello previsto, e lo incorporano già nella cedola.

Facendo un esempio molto semplificato, immaginiamo che il tasso di inflazione attuale e previsto per un determinato Paese sia dell’1%. I titoli di stato a tasso fisso emessi in quel periodo potrebbero avere una cedola del 2%, in modo da garantire un rendimento reale positivo anche al netto dell’inflazione.

I titoli di stato indicizzati all’inflazione potrebbero avere una cedola dell’1%, più il recupero dell’erosione causata dall’inflazione (che attualmente è pari all’1%, ma in realtà potrebbe variare).

Quindi, nel nostro esempio, se l’inflazione dell’anno successivo sarà superiore all’1% risulteranno più vantaggiose le obbligazioni inflation linked, ma se risulterà inferiore all’1% saranno più convenienti i titoli a tasso fisso, dato che garantiranno comunque una cedola del 2%.

Più in generale possiamo giungere a questa conclusione:

Le obbligazioni indicizzate all’inflazione risultano più convenienti quando l’inflazione aumenta più del previsto, mentre le obbligazioni a tasso fisso risultano più convenienti quando l’inflazione si attesta ad un livello più basso rispetto alle previsioni.

Non c’è modo di sapere a priori se l’inflazione in futuro sarà più elevata o più bassa rispetto alle attese, e quindi risulta difficile stabilire se convengano di più le obbligazioni a tasso fisso o quelle indicizzate all’inflazione.

Negli ultimi tempi viviamo in una realtà in cui l’inflazione è aumentata molto in tutto il mondo. Solo di recente abbiamo assistito a qualche calo, ma è difficile prevedere come si evolverà la situazione. Cosa vale quindi la pena fare?

Se si ha una logica di medio/lungo periodo, e si vuole mantenere un approccio prudenziale, la scelta migliore potrebbe essere quella di seguire i consigli del celebre investitore David Swensen, che nel suo portafoglio ETF ideale include una uguale percentuale di obbligazioni a tasso fisso e di TIPS indicizzati all’inflazione.

In questo modo, l’investitore sarà tutelato sia in caso di aumento dell’inflazione, sia in caso di diminuzione della stessa, e anche in un possibile scenario deflazionistico.

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